Ho l'età che i "sì" sono decisi e decisivi.
Ma i "no" lo sono un po' di più.
Ho l'età che le cose, le persone e i luoghi sono spesso tappe necessarie è irrinunciabili.
Ma arriva il momento in cui bisogna sapersene separare.
Allontanarsi.
Imboccare strade incerte.
Con coraggio.
Senza mai voltarsi indietro.
Senza rimpianti.
Senza pensare a quello che sarebbe stato.
Pensando solo a quello che sarà.
O che potrebbe essere.
Ho l'età del qui e ora.
Del domani chissà.
Delle decisioni che prendi in una frazione di secondo.
Degli scatoloni.
Pieni di pezzi di vita.
Che trascino via da una parte all'altra.
Ogni volta sempre più pesanti.
Qualcosa da vivere.
Da sentire addosso.
Da tenere al riparo.
Da bisbigliare appena.
Per non sciuparli troppo.
Ho l'età delle partenze.
Di quelle senza ritorno.
Di quelle che molli tutto e vai.
Perché "alla giusta distanza la vista migliora".
Ho l'età dell'equilibrio.
Quello sudato e meritato.
Raggiunto a fatica dopo un lungo percorso.
Che non baratterei neppure con dieci anni di meno.
Ho l'età della verità.
Quella che finalmente ho imparato a raccontarmi.
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