Il cuore nella valigia

Bella. Dolce. Generosa. Forte. Coraggiosa. Un cuore enorme. Col sorriso sempre nascosto dietro a un velo di apparente distacco. Che chi non ti conosce potrebbe chiamare diffidenza. Freddezza. Forse. Invece no. Perché tu lo sai. Lo sai che "i sorrisi son denari che van spesi con dovuta proprietà". Così non li sprechi, i tuoi sorrisi. Non sono per tutti. E proprio per questo unici e speciali.

Metti un quadro (parlante) su una T-shirt

Caro Stefano Guerrera, il post del giorno è dedicato a te. 

Perché io, semplicemente, ti amo! 

Perché non ho mai amato l'arte come da quando hai messo al mondo quella pagina fantastica. 

Perché in ufficio, davanti al quadro del giorno, scoppio sempre a ridere sguaiatamente. Senza soluzione di continuità. 

Perché, alla fine, guardando quel quadro, la cosa più logica che mi viene da pensare è proprio quella che hai pensato tu. Solo che tu lo dici (e glielo fai dire) davvero. Porco cane.

Perché, insomma, se i quadri potessero parlare, direbbero esattamente quello che gli fai dire tu. E in qualche modo li rendi vivi. Un passato che diventa presente. E che, forse, più presente di così non è mai stato. 

Grazie!

"E grazie.

Semplicemente grazie.

Perdutamente grazie.

Solennemente grazie"

Grazie a chi c'è stato. 

Grazie perché ci sarà sempre.

Grazie per le risate giuste.

Quelle fatte con il cuore e con i denti.

Tantiauguriame!

"Guarda che l'età ci cambia solo fuori 

siamo sempre noi

con i nostri guai 

con la nostra voglia 

di piangere 

o ridere"

Dicono "che belli i 30 anni!". 

È vero.

Ma io dico che i 30 + 1 lo sono anche di più.

E va bene.

La crema per il contorno occhi.

Va bene.

Quei tre o quattro capelli bianchi che fanno capolino.

Va bene.

La cellulite.

Va bene.

Le parentesi aperte e chiuse.

Va bene.

I punto e a capo.

Va bene.

"Alla tua età dovresti dire".

"Alla tua età dovresti fare".

"Beviti 'sto cielo azzurro e alto..."

"Meglio che tu apri la capotte
e con i tuoi occhioni guardi in su.
Beviti 'sto cielo azzurro e alto
che sembra di smalto
e corre con noi"

(Paolo Conte, La Topolino amaranto)

Arianna

​​"Quest'è Bacco e Arianna 

belli e l'un dell'altro ardenti: 

perch​é​ il tempo fugge e inganna, 

sempre insieme stan contenti"

A volte penso che il mio nome sia, in fondo, un po' il mio destino. Pretendere di salvare chi non merita di essere salvato o, semplicemente, non vuole. Riuscirci. Magari. Ma ricevere in cambio solo ingratitudine.

Montagne russe e sentimenti

I sentimenti, in fin dei conti, sono come le montagne russe. Coi loro alti e bassi. Le discese improvvise. Il cuore in gola. Il respiro che manca. Le farfalle nello stomaco. L'adrenalina a palla. E in entrambi i casi serve coraggio. Ci vuole coraggio per salire sulle montagne russe. Così come ci vuole coraggio per vivere un sentimento. 

Difetti

"In questa urgenza di vivere e furia di sentire, so di esistere..."

Difetti.

Io ne ho tanti.

Ma crescendo ho imparato a non farmene una colpa.

Perché alla fine ogni cosa, anche la più bella, ha la sua ombra.

La perfezione annoia.

La sregolatezza confonde.

Quindi provo a stare nel mezzo.

"I got the spring fever blues..."

E niente. 
Io la primavera la SENTO. 

Sarà che è il periodo dell'anno in cui sono nata. Sarà che la primavera è, per eccellenza, la stagione della "rinascita". Sarà che questo, per me, è l'ANNO della rinascita. Sarà che la primavera, in fondo, è sempre un po' un preludio d'estate. Sarà questa voglia di vita che mi pulsa potente nelle vene. Saranno i 31 anni alle porte e non sentirli. 

Il CAOS non è mai un CASO

Non è certamente un caso che la parola "CASO" sia l'anagramma di "CAOS". Infatti è proprio il caso, travolgendoci, a generare il caos. Quel caos che ci confonde. Ci disorienta. Ci spaventa. E invece è nel caos che le cose davvero importanti iniziano improvvisamente a brillare. 

L'amore è una cosa semplice

"Non è niente e tutto sta in quel niente..."

L'amore, in fin dei conti, è una cosa semplice. 

Odore. Sudore. Occhi. Mani. Pelle. 
Una voce che diventa musica.
Attenzioni piccolissime.
È capirsi senza parlare.
Parlare senza capirsi.
È la lingua che si inceppa.
Il cuore che non lo puoi fermare.
Quella roba lì allo stomaco che non sai controllare.

Parole che fanno bene

"Allora una parola lanciata nel mare, con un motivo ed un salvagente che semplicemente fa il suo dovere. Una parola che non affonda, che magari genera un'onda..."

Ho aperto il blog da poco. Neppure un mese. Ma già mi arrivano e-mail di persone che inciampano, casualmente, nelle mie parole. E mi scrivono per ringraziarmi. Per dirmi che ne hanno tratto conforto. Che si sono "riconosciute". 

Auguri papà!

Sensibile, romantico, gentile, generoso, educato, attento, elegante, paziente, buono come pochi. Questo e molto altro sei tu, papà. E se sono come sono, a te devo molto. 

Uguali noi. Sia dentro che fuori.

Siamo quel che... DIAMO

"E che giova aver tesoro s’altri poi non si contenta?"

Ultimamente mi interrogo spesso sull'importanza del DARE. Perché credo che, dare e darSi agli altri, sia davvero il regalo più grande che possiamo fare a noi stessi. Nonostante le scottature e le delusioni che la vita ci può riservare, infatti, di una cosa resto assolutamente convinta: dare agli altri è, prima di tutto, un atto d'amore verso se stessi. Pensiamoci: cosa ci fa sentire più felici e appagati del donare qualcosa a qualcuno? Come sorridiamo, dentro, quando vediamo il volto di un'altra persona accendersi all'improvviso? 

Da qualche tempo non uso più ombrelli...

Da qualche tempo non uso più ombrelli.
Nessuna difesa.
Nessun riparo.
Ho tutto addosso.
La vita.
Le parole.
I sorrisi.
Gli abbracci.
I baci.
Anche la pioggia.
Quindi.

"Ed una casa bianca in mezzo al blu..."

"Ti prometto che un giorno io e te vivremo in riva al mare. Quando poi farà freddo, chiuderemo la porta e resteremo soli".

È in giornate grigie come questa che penso al sogno della mia vita. Che poi è più che altro un desiderio, un obiettivo, visto che impossibile non è. 

Vivere in un posto di mare.

Primavera in anticipo

Sei bello tu.
Sei bello perché mi dici sempre quello che pensi.
Qualsiasi cosa ti passi per la testa.
In qualsiasi momento.
Soprattutto se proprio in quel momento sto passando io, nella tua testa.
E mi dici che ultimamente passo spesso.
In punta di piedi.
Senza far rumore.
Come un petalo di rosa che si stacca e silenzioso va giù.

D'amore, di spazi, disciplina e caos

E' curioso. Quando ti ritrovi improvvisamente da sola in un letto a due piazze, all'inizio tendi a stare sempre nella "tua" metà. Tempo due o tre mesi e, al mattino, apri gli occhi e ti ritrovi nel mezzo, in diagonale o completamente dall'altra parte. 

Dalla disciplina dell'amore, al caos della singletudine. 

Luci del sabato sera...

"Luci del sabato sera

inquietudine della città
dove tutto è possibile comprare
ma non si vendono i sogni"

(Franco Battiato, Spleen #132) 

Pensieri spettinati

- Piedi doloranti post serata danzante (su "She's a maniac" ho definitivamente salutato i miei poveri talloni, già abbastanza provati).

- Zero voglia di alzarmi dal letto (ma questa non è una novità).

- Felicità per le nuove belle persone conosciute ieri. 

- Butto un occhio a Facebook e noto che avete apprezzato il mio look Eighties di ieri. Che dire. Siete una meraviglia. Ho improvvisato. L'unico pezzo realmente anni '80 che avevo addosso era la borsetta. Direttamente dal guardaroba di mia madre. Ah... e ovviamente me stessa: 100% originale made in Italy, since 1984. Ottima annata. 

- Felicità. Emozzzzione. Dita che fremono. Pensieri che corrono rapidi. Questo spazio virtuale mi sta proprio cucito addosso. Uno sfogo a quel "Cecca-pensiero" che scalpitava già da un po'. Chiuso tra le "pareti" anguste di una bacheca di Facebook.

Dress code: a-cazzo-di-cane!

Altra novità di questa fase di rinascita: ho scoperto che mi piace ballare. Ebbene sì. Proprio io che ho sempre evitato come la peste (per quanto possibile) discoteche e luoghi affollati. Ho capito che con la compagnia giusta, che ti porta in posti giusti e con musica figa, si può divertire (e tanto) perfino una vecchia ciabatta come me (!).

Stasera mi lancio in una coloratissima serata anni '80 che, già sulla carta, promette bene. 

Dress code: a-cazzo-di-cane! :-) 

L'attesa dell'inatteso...

"È un’irrequietezza misteriosa e anonima, è una curiosità dell’anima".

Attesa.

Spesso fa paura, l'attesa.
Perché ti mette in stand by.
Ti lascia sospeso.
Fluttuante.
Immobile.
In bilico tra un prima e un dopo.

Ma ha molti volti, l'attesa.

"An end has a start..."

Penso che quando una fase della vita finisce, ce n'è subito un'altra pronta a cominciare. "An end has a start", cantavano gli Editors in una canzone di qualche anno fa. Niente di più vero. Da ottimista incallita (e mai pentita) quale sono, ho la tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. La parte luminosa (non illuminata) delle cose. Il bianco nel nero. L'ordine nel caos. Il bene nel male. 

Quando una fase della vita finisce, ce n'è subito un'altra pronta a cominciare. Dicevo. E per me, questa nuova fase, è cominciata poco più di tre mesi fa. 

Quando ti rimetti in gioco a 30 anni suonati non è mai facile. Fai i conti con gli anni che passano. Con le delusioni che, vuoi o non vuoi, ti porti addosso come cicatrici. Solchi profondi scavati su anima e corpo. Sei ancora troppo giovane per perdere la speranza. Ma già abbastanza adulta per fare due conti e meditare su alcune piccole grandi scadenze incombenti.